PROGETTO DI ECCELLENZA
Il progetto “Dipartimenti di eccellenza”, per il quale il Di.Gi. è stato finanziato dal Miur, è un programma di sviluppo delle attività di ricerca e didattiche del Dipartimento, che copre il quinquennio 2018-2022. Il tema sul quale è principalmente incentrato il progetto Di.Gi. è quello della mobilità, intesa in senso ampio: umana in primo luogo, ma anche dei beni, dei servizi e delle informazioni. L'obiettivo di fondo è quello di contribuire a delineare, anche attraverso l'incontro di diversi saperi, i tratti di un diritto dell'integrazione in una società culturalmente plurale e al contempo sicura nel rispetto dei diritti fondamentali.
Le ragioni per cui si è scelto di dare centralità al tema della mobilità sono sia (a) interne, attinenti cioè alle caratteristiche culturali del Dipartimento stesso, che (b) esterne, riguardanti cioè il contesto nel quale esso si colloca.
a) Dal primo punto di vista, il tema è coerente con le competenze e gli interessi scientifici consolidati all'interno del Di.Gi.: su di esso, nel corso degli anni, ha finito per convergere, trasversalmente e pur nella varietà dei possibili profili di rilevanza, l'attenzione di un numero cospicuo di studiosi del Dipartimento, provenienti dai diversi SSD rappresentati al suo interno; si è in tal modo gradualmente prodotto, "sul campo", un expertise che il Di.Gi. ritiene importante valorizzare ed anzi ulteriormente ampliare in vista del proprio futuro sviluppo.
b) Dal secondo punto di vista, i temi della mobilità e dell'integrazione sollevano alcune fra le questioni più pressanti e significative tra quelle che oggi si pongono all'attenzione di un Dipartimento di giuristi collocato nel cuore del Mediterraneo. Anche in ragione della peculiare storia antica e recente della Sicilia, il Dipartimento si trova in una posizione "privilegiata" dalla quale osservare questi temi, non solo nella teoria, ma anche nel confronto con la realtà pratica: esso è dunque in condizione, per un verso, di guardare all'evoluzione più che mai in fieri del progetto politico-economico europeo e ai rivolgimenti in atto in Africa e in Asia, e, per altro verso, di cogliere le conseguenze pratiche del convergere di entrambi questi processi. L'intensità altalenante dei flussi migratori e il corrispondente mutare della composizione della popolazione urbana, il confronto/conflitto culturale che ne scaturisce e il connesso bisogno di trovare un equilibrio che consenta la convivenza tra valori, etnie e "linguaggi" diversi, le esigenze di tutela giuridica di soggetti vulnerabili che, spesso vittime di traffico o smuggling, una volta giunti in Italia sperimentano altre forme di vittimizzazione sociale (caporalato, razzismo istituzionale, difficoltà di accesso a servizi essenziali, trattamenti degradanti all'interno dei Centri di accoglienza, ostacoli burocratici all'esercizio del diritto d'asilo), l'efficacia delle politiche nazionali e sovranazionali di inclusione, anche sotto il profilo della adeguatezza di regole e istituti destinati a governare, rispettandola, la diversità; l'interazione tra istituzioni pubbliche (italiane ed europee) e organizzazioni private di volontariato nella difficile gestione dell'accoglienza tutti questi sono aspetti che il Di.Gi. si prefigge di approfondire, anche nella dimensione dell'esperienza quotidiana ed attraverso un costante raffronto comparatistico con ambiti territoriali stranieri ove, già da tempo, sono consolidate realtà sociali multiculturali. La centralità dei temi della mobilità e dell’integrazione non toglie, peraltro, che, nel suo progetto di sviluppo, il Di.Gi. sostenga anche ulteriori linee di ricerca, meno direttamente connesse a quei temi, ma nondimeno di grande rilievo sociale e scientifico e già oggetto di studio da parte di studiosi strutturati nel Dipartimento. Tra queste, ad es., il tema della rilevanza giuridica delle nuove tecnologie comunicative (es.: transazioni telematiche e tutela del consumatore; diritto d'autore; codice dell'amministrazione digitale; frodi informatiche; cyberbullismo; nuove tecnologie ed imposizione fiscale nel settore della web economy; processo telematico; sicurezza informatica) e quelli dei rapporti fra legalità, azione dello stato e fiducia nelle istituzioni (es.: rule of law e stato di diritto; trasparenza amministrativa; fair process e restorative justice; corruzione).
Le ragioni per cui si è scelto di dare centralità al tema della mobilità sono sia (a) interne, attinenti cioè alle caratteristiche culturali del Dipartimento stesso, che (b) esterne, riguardanti cioè il contesto nel quale esso si colloca.
a) Dal primo punto di vista, il tema è coerente con le competenze e gli interessi scientifici consolidati all'interno del Di.Gi.: su di esso, nel corso degli anni, ha finito per convergere, trasversalmente e pur nella varietà dei possibili profili di rilevanza, l'attenzione di un numero cospicuo di studiosi del Dipartimento, provenienti dai diversi SSD rappresentati al suo interno; si è in tal modo gradualmente prodotto, "sul campo", un expertise che il Di.Gi. ritiene importante valorizzare ed anzi ulteriormente ampliare in vista del proprio futuro sviluppo.
b) Dal secondo punto di vista, i temi della mobilità e dell'integrazione sollevano alcune fra le questioni più pressanti e significative tra quelle che oggi si pongono all'attenzione di un Dipartimento di giuristi collocato nel cuore del Mediterraneo. Anche in ragione della peculiare storia antica e recente della Sicilia, il Dipartimento si trova in una posizione "privilegiata" dalla quale osservare questi temi, non solo nella teoria, ma anche nel confronto con la realtà pratica: esso è dunque in condizione, per un verso, di guardare all'evoluzione più che mai in fieri del progetto politico-economico europeo e ai rivolgimenti in atto in Africa e in Asia, e, per altro verso, di cogliere le conseguenze pratiche del convergere di entrambi questi processi. L'intensità altalenante dei flussi migratori e il corrispondente mutare della composizione della popolazione urbana, il confronto/conflitto culturale che ne scaturisce e il connesso bisogno di trovare un equilibrio che consenta la convivenza tra valori, etnie e "linguaggi" diversi, le esigenze di tutela giuridica di soggetti vulnerabili che, spesso vittime di traffico o smuggling, una volta giunti in Italia sperimentano altre forme di vittimizzazione sociale (caporalato, razzismo istituzionale, difficoltà di accesso a servizi essenziali, trattamenti degradanti all'interno dei Centri di accoglienza, ostacoli burocratici all'esercizio del diritto d'asilo), l'efficacia delle politiche nazionali e sovranazionali di inclusione, anche sotto il profilo della adeguatezza di regole e istituti destinati a governare, rispettandola, la diversità; l'interazione tra istituzioni pubbliche (italiane ed europee) e organizzazioni private di volontariato nella difficile gestione dell'accoglienza tutti questi sono aspetti che il Di.Gi. si prefigge di approfondire, anche nella dimensione dell'esperienza quotidiana ed attraverso un costante raffronto comparatistico con ambiti territoriali stranieri ove, già da tempo, sono consolidate realtà sociali multiculturali. La centralità dei temi della mobilità e dell’integrazione non toglie, peraltro, che, nel suo progetto di sviluppo, il Di.Gi. sostenga anche ulteriori linee di ricerca, meno direttamente connesse a quei temi, ma nondimeno di grande rilievo sociale e scientifico e già oggetto di studio da parte di studiosi strutturati nel Dipartimento. Tra queste, ad es., il tema della rilevanza giuridica delle nuove tecnologie comunicative (es.: transazioni telematiche e tutela del consumatore; diritto d'autore; codice dell'amministrazione digitale; frodi informatiche; cyberbullismo; nuove tecnologie ed imposizione fiscale nel settore della web economy; processo telematico; sicurezza informatica) e quelli dei rapporti fra legalità, azione dello stato e fiducia nelle istituzioni (es.: rule of law e stato di diritto; trasparenza amministrativa; fair process e restorative justice; corruzione).
